Hai mai sentito parlare del dialogatore? Sai perché è importante nel mondo del fundraising? Brincup è pronto a farti conoscere questa figura così importante nel mondo dell’organizzazione no profit.
Partiamo subito col dirti che il dialogatore nel fundraising NON è un improvvisato: ha studiato e ha conoscenza della materia, non va a caccia di soldi ma ricopre un ruolo fondamentale nell’associazione di cui fa parte.
Un breve accenno al dialogatore nel fundraising
È nato negli anni novanta in Austria e il merito è tutto di Greenpeace. Nel Regno Unito si chiama Chugger, ovvero urlatore. È un dialogatore di strada che può essere chiamato anche promoter, perché utilizza le tecniche di vendita non per spingere all’acquisto, ma all’adozione di una causa nei confronti dell’azienda per cui lavora. Il suo obiettivo è richiedere una donazione per conto della Onlus di cui fa parte con lo scopo di renderla continuativa. Lavora con entusiasmo, invoglia alla donazione perché lui per primo ha sposato la politica dell’associazione, offre al suo pubblico sensibilizzazione e consapevolezze.
Le qualità di un buon dialogatore nel fundraising
Il dialogatore per essere ritenuto tale deve avere delle qualità professionali ben delineate. Ne abbiamo selezionato tre:
- la postura accogliente
- il tono di voce appropriato
- l’approccio proattivo
La postura accogliente del dialogatore
Il bravo dialogatore, ma questo vale anche per il comunicatore, parla con la voce e con il corpo, utilizza un approccio verbale e non verbale per instaurare un rapporto con il suo pubblico. Assume una posizione invitante e senza chiusura – hai presente le braccia conserte che delimitano spazi e disarmano l’interlocutore? – ha la testa alta e gli occhi che guardano sempre chi ha davanti. Non è sgarbato, è sicuro di sé e non si distrae da ciò che lo circonda.
Il tono di voce appropriato
Come deve rivolgersi al suo pubblico? Il dialogatore nel fundraising deve studiare il giusto tono di voce, mantenerlo rispettoso anche se dall’altra parte nota scherno o astio. La sua tonalità deve essere calda senza risultare finta e il suo modo di fare deve plasmarsi a chi ha davanti, conservando sempre la giusta spontaneità; che non deve sfociare in troppa confidenza. In più, non deve parlare troppo velocemente: il suo obiettivo è farsi capire, sempre.
L’approccio proattivo del dialogatore
Si a un approccio attivo in cui si preferiscono domande aperte e coinvolgenti, con frasi che suscitano interesse e coinvolgimento spontaneo. Importante sapere che:
- vanno bene frasi che portano a una riflessione
- bisogna regalare emozioni (stupore, simpatia, dolcezza)
- ogni approccio va contestualizzato in relazione all’ambiente in cui si è
- deve ascoltare sempre chi si ha davanti
Continueremo a parlare della figura del dialogatore nel fundraising perché è una figura essenziale, che porta all’associazione no profit risultati concreti, rapporti di fiducia continuativi e coinvolgimento nel tempo.
Questa di oggi è solo un’introduzione a un argomento di notevole importanza per Brincup. Vogliamo farvi conoscere il nostro mondo anche così, dandovi un po’ di noi e del nostro modo di lavorare.